Il bisogno di rimpicciolire
- Maria Rosarno
- 28 mar 2024
- Tempo di lettura: 4 min
Voglio raccontarti una storia…
Una storia in cui il centro sembrava essere il cibo.
Sembrava, ma non lo era.
La mia vita è piena, piena di cose belle e piena di amore.
La mia voglia di vivere, la mia voglia di consumarmi è cosi grande
che dicono sia contagiosa.
Guardo le mie mani. Ho lottato tanto per costruirmi tutto questo e ho scavato ancora di piu’ per salvare la bambina che si era persa.
Ma l’ho salvata.
E voglio condividere con te una parte di questa storia.
Spero ti sentirai meno sola, spero ti sentirai meno solo.
Ma sopratutto spero capirai che puoi cambiarla la tua storia.
Puoi creare un lieto fine. Il tuo lieto fine.

Il bisogno di rimpicciolire
Sono sempre stata una bambina grande.
Troppo grande.
All’asilo, a scuola ero la più alta.
Fisicamente troppo grande.
Anche i miei pensieri erano grandi. Non pensavo come una bambina,
nella mia testa facevo ragionamenti molto responsabili e avevo una visione ben chiara delle cose. Ero molto decisa.
Ero grande per i miei genitori, per i miei fratelli, ero grande mentalmente. Ero grande per i miei compagni di classe, fisicamente.
Ero “troppo grande” per tutti.
Cosi nel corso degli anni ho cercato in tutti modi di rimpicciolirmi.
Di levare, eliminare parti di me.
Per diventare piccola. Piccola piccola. Per assomigliare alle altre ragazze, per essere più vicina a loro, per essere più vicina agli altri.
Forse essendo più simile a quelle ragazze qualcuno mi avrebbe finalmente accettata, amata cosi come ero.
Dicevano che ero brutta, che avevo un neo da strega, capelli strani,
che ero grassa e troppo grande per essere una femminuccia.
Mi dicevano di non fare discorsi filosofici, mi dicevano di pensare come una bambina e di limitare i miei sogni. Di moderare, di ridimensionare
le mie idee, la mia visione.
Crescendo ho iniziato a divorare le mie unghie.
Da qualche parte dovevo cominciare a eliminare. Nascondevo i miei capelli ricci, erano troppo voluminosi, troppo visibili.
Poi ho iniziato a mangiare. A mangiare tanto. Ho iniziato a riempire quel vuoto che sentivo con il cibo.
Ho sfogato tutta la mia rabbia sul cibo. E ho preso tanto peso.
Cosi poi mi sono nascosta sotto vestiti neri, vestiti lunghi.
Mi sono nascosta dal mondo intero.
Ho iniziato a reprimere. Quel mondo ricco, abbondante cosi rumoroso che mi scoppiava dentro, gli ho ordinato di tacere.
Ho iniziato a restringere la mia alimentazione.
Niente pasta, niente pane, niente pizza, niente dolci, di tutto poco.
Molto poco.
Niente idee, niente sogni, niente gioia.
Ho iniziato a soffocare Maria.
Meno era meglio. Meno di tutto. Meno cibo, meno idee espresse,
meno Maria. Piccola, più piccola. Persi piu di 40kg.
Fu una grande conquista!
Mi senti un pelino più simile alle ragazze attorno a me, mi senti più vicina ai miei sogni.
Peccato che questo rimpicciolirsi non basta mai.
Vuoi sempre di più.
Io volevo vedere sempre meno di me.
Volevo solo togliere togliere togliere. Meno Maria vedevo, meglio era. Ricordo che un giorno davanti allo specchio mi chiesi
“ma tu quanta Maria vuoi vedere?”
La risposta era NIENTE. Non volevo vedere niente, nessuna Maria in quello specchio. Tutto quello che vedevo di lei era troppo e sopratutto era sbagliato. Volevo scomparire.
La restrizione alimentare mi porto’ alle abbuffate.
Iniziai ad abbuffarmi di tutto il cibo di cui mi stavo privando.
Inizio’ un circolo vizioso, fatto di abbuffate e restrizione.
Col tempo anche le abbuffate crebbero, assieme a me.
Diventarono violente. Mi abbuffavo di nascosto, quando i miei coinquilini non erano in casa, oppure fuori, seduta su una panchina..
Tutto quel cibo…Lo desideravo cosi tanto!
Mentre mi abbuffavo non c’ero. Non ero presente. Ero apatica.
Non provavo niente, non sentivo niente, le emozioni si spegnevano e io scappavo dalla realtà, scappavo da me stessa.
Quando l’abbuffata terminava, tornavo sulla terra, e li iniziava il senso di colpa. La sensazione di schifo, di vergogna.
Sentimenti pesanti, troppo pesanti.
E allora alleggeriamo no! Lassativi! Ecco, avevo trovato una soluzione per sentirmi subito più leggera e non percepire più la pesantezza, la grandezza del mio stomaco. O forse era la pesantezza, la grandezza della mia sofferenza interna che non volevo sentire?
I lassativi mi facevano sentire “vuota” in un istante.
Era un circolo vizioso.
Abbuffata, lassativo, restrizione alimentare.
Restrizione alimentare, abbuffata, lassativo.
Ormai era diventata un abitudine.
Dopo anni di terapia ho capito che abbuffarmi era un modo per distrarmi. Per distrarmi da cose che mi facevano male e che non riuscivo ad affrontare. Due fratelli avevano cancellato la mia esistenza dalla loro vita.
Rifiutata. Respinta. Non “amabile”, ecco come mi sentivo.
Il dolore del rifiuto da parte dei miei coetanei durante la mia infanzia e la mia adolescenza, viveva dentro di me.
Anche in famiglia non mi sentivo capita, accettata, amata.
Sono sempre stata piena di sogni, ambizioni, idee completamente diverse da quelle della gente attorno a me.
Fuori mi sentivo rifiutata per il mio aspetto, in famiglia mi sentivo rifiutata per il mio mondo interno.
Era come se Maria fosse completamente sbagliata, come se fosse da aggiustare.
Se oggi guardo indietro provo tanto dolore per quella ragazza.
Mi sentivo cosi sola, cosi abbandonata a me stessa.
Sai in cosa ho trovato la mia cura?
Nella realizzazione di me stessa. Nella realizzazione di tutte quelle cose che desiderava fare, o dire quella bambina. Ogni volta che faccio qualcosa per me, per rendermi felice, so che la sto nutrendo. So che mi sto prendendo cura di lei. Sono come una mamma. Mi prendo cura della mia bambina interiore anche se mi sento Donna come non mai.
Una Donna che si sta costruendo una vita meravigliosa.
Una Donna che si alza e va a prendere ciò che desidera.
La condivisione. La mia cura sta anche nella condivisione. Nell’espressione di me stessa e dei miei pensieri.
Vorrei chiudere questo racconto menzionando anche la mia psicologa. Senza un supporto professionale non sarei mai stata capace di arrivare alla consapevolezza di oggi.
Come il miracolo di aver incontrato delle persone meravigliose,
persone fatte con il cuore di una sostanza molto simile alla mia.
Persone che mi danno tanto.
Il mio amore per la vita è immenso, e la mia voglia di fare lo è ancora di più!
Non sono le nostre difficoltà a definirci.
Siamo tutto il resto, tutto il bello.
Siamo di più, molto di più di quello che riusciamo a vedere. Rimpicciolirmi? Non sono mai stata piccola, in niente. Non lo sei nemmeno tu.
Accetta la tua grandezza e usala in modo costruttivo!
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