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Naima Ferrante

La sofferenza invisibile (passa)

La solitudine va e viene. Alcuni giorni potrei abbracciare il mondo intero. E poi ci sono giorni in cui voglio solo liberarmi da quella sensazione di dolore. Chiacchierare, leggere o fare una passeggiata nella natura non può sostituire il bisogno di un contatto fisico reale, come un abbraccio. È solo una compensazione.


Nessuno può vedere la solitudine sul mio viso. Sorrido quasi sempre, sono molto socievole e loquace. Come si riconosce la solitudine, mi chiedo. Lo si può vedere negli occhi - una sorta di nostalgia per l'incontro e la connessione.


Cercarne le cause potrebbe suggerire che la solitudine è una malattia da curare. Tuttavia, è tanto sfaccettata quanto l’oggettivo stare da soli. Chi passa dei momenti da solo può conoscere meglio se stesso e creare così lo spazio per il colorato "mondo dei sentimenti". La solitudine e lo stare da soli spesso si mescolano e si dissolvono a vicenda.


Il dolore emotivo ci mostra che il nostro bisogno di attaccamento non è soddisfatto. La solitudine non scompare mai completamente, è molto più una parte della vita. Ecco perché voglio lasciare il mio cuore aperto agli incontri. Perché ogni incontro ha il potenziale per una connessione profonda.


Naima è la fondatrice di Soli Bern – un progetto che lavora per rimuovere i tabù che circondano la solitudine tra i giovani in Svizzera. Soli Bern mira a creare luoghi di incontro sociale a bassa soglia per le persone affette da solitudine. I suoi servizi includono lo scambio, il networking e l'organizzazione di eventi sul tema della solitudine. Soli Bern mira a sensibilizzare la società al problema della solitudine attraverso un lavoro di pubbliche relazioni.​

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